Meno male, altrimenti lo avrei fatto io!
Su TuttoScienze del 12 ottobre, è apparso un articolo che ricordo avermi colpito molto: quando un feto può sentire dolore. Ho letto l'articolo tutto d'un fiato, in un periodo in cui il referendum sulla procreazione è ancora nell'aria, mentre si sta sperimentando la nuova pillola abortiva...Sono rimasta sconcertata dal tono dell'articolo. Prima della 30° settimana, afferma Ezio Giacobini, redattore del testo, un feto non sente dolore. Tale nozione è davvero molto importante se si considera come e quanto si può operare su un feto affetto da patologie...Ma sono rimasta davvero molto delusa nel leggere che il fine di questa pubblicazione non era di tipo terapeutico, o meglio, non terapeutico nel vero senso della parola: un feto non sente dolore fino alla 30° settimana, per cui la madre può interrompere la gravidanza tanto il nascituro non prova nulla. Una tale dichiarazione non solo ha importanti risvolti scientifici, ma anche etici! L'articolo di Giacobini dava credito a questa dichiarazione pubblicata su "Science" e particolarmente accreditata da molti ricercatori - medici e personale del campo scientifico - sanitario. Tale articolo mi è sembrato davvero di parte, a favore dell'Associazione Pro - Aborto, giustificazionista nei confronti delle gravidanze non volute (si fornisce qui un ulteriore informazione per non sentirsi un peso sulla coscienza quando si prende una tale decisione....sempre che si abbia una coscienza quando si decide di interrompere una vita!) che pensavo di scrivere al giornale fornendo un'opinione personale! Fortunatamente, Paola Lago, neonatologa della Società Italiana di Neonatologia, è intervenuta con un articolo in senso opposto sul recente numero del settimanale, in modo molto scientifico e piuttosto neutrale.
Meno male che ci ha pensato lei, studiosa più competente di me nel campo, altrimenti, da piccola biologa e da cittadina offesa, avrei scritto io al signor TuttoScienze!
1 commento:
Ma è proprio necessario sapere se un feto o no sente dolore? perchè dobbiamo fare i conti sempre e solo con le cose che sono adesso e non con ciò che è stato e che sarà, con le premesse e le conseguenze?
Tutti pensano che il dolore sia una cosa spiacevole. Vero. Io penso anche di non avere il diritto di impredire che un feto, ad una certo punto, diventi sensibile al dolore, purtroppo, ma anche al piacere, alla gioia, insomma, alla vita.
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