28 gennaio 2006

27011945_27012006



Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no

Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia ve lo impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo

27 gennaio 2006

Neve...


26 gennaio 2006

Gramellini docet...

Nel Paese all’Incontrario succede che le lezioni di educazione civica siano affidate ai satiri del «Bagaglino». Un povero pensionato, interpretato da Leo Gullotta, si ritrova per sbaglio fra le mani due milioni di euro. Restituirli al legittimo proprietario o tenerli per sé? La domanda viene girata al televoto degli italiani, che al 72% rispondono: se li tenga! Stupisce quel 28% di onesti, percentuale invero elevata. A meno che qualcuno abbia finto d’esser buono per diffidenza, temendo che dalle intercettazioni si potesse risalire al suo nome.I teorici della superiorità morale della «gens» di sinistra sosterranno che i telespettatori del «Bagaglino» sono troppo trucidamente berlusconici per rappresentare un campione attendibile. Ma qualunque visione un po’ meno razzista porta a concludere che l’Italia verace la pensa proprio così. I suoi impulsi non sono né di destra né di sinistra, ma semplicemente amorali. Non vota a favore del furto in un afflato di cattiveria, bensì animata dall’intima convinzione di compiere un atto di giustizia. Chi ha meno soldi di un altro pensa sempre di essere stato derubato. Si ritiene vittima del destino e quando questo gli propone un gentile omaggio, a parziale saldo delle angherie subite, considera non disdicevole accettare l’offerta. E’ la psicologia dell’evasore, che per sottrarsi all’erario senza sentirsi in colpa deve prima ribadire di essere troppo vessato dal fisco. Perché da noi la violazione di legge non è mai un reato, ma una rivincita contro qualcun altro.
Tratto dal blog di Gramellini su LaStampa web

Valeriana


E' una pianta erbacea perenne con rizoma sotterraneo e fiori che si riuniscono ad ombrello. Cresce in luoghi umidi e ombrosi, nei prati e nei boschi dal mare alla montagna di tutt'Italia. Si raccoglie estirpando il rizoma vecchio di due o tre anni in autunno e primavera. L'uso della Valeriana come pianta medicinale è antichissimo, il termine deriva dal latino e significa "star bene". E' una tra le piante più note della medicina popolare e ufficiale. Recenti ricerche scientifiche hanno riconosciuto nella radice le sue proprietà medicinali. Trova largo impiego come sedativo del sistema nervoso centrale, isterismo, insonnia nevrosi, crampi addominali, ipereccitabilità e come antispasmodico generale. I preparati possono essere a base di succo o polvere, ma quello più valido resta la tintura, reperibile in erboristeria o farmacia.La Valeriana non deve essere assunta per più di 10 gg. consecutivi, se necessario può essere ripresa dopo un paio di settimane, è utile consultare medico o farmacista per una corretta utilizzazione. Esternamente è usata per alleviare gli effetti di distorsioni e contusioni, dolori muscolari e nevralgie di varia origine.

Detto questo...Tutto Scienze di giovedì propone questo articolo del dott. Garattini


Tutto quello che è
naturale è buono. Sbagliato. Le
erbe fanno sempre bene. Sbagliato
all’ennesima potenza. Se si
considera che l’iperico può causare
danni immunitari, l’aglio
emorragie, la liquirizia ipertensione,
il ginseng (noto per le sue
proprietà stimolanti) se concentrato
rischia di interferire con i
contraccettivi orali, si scopre
che c’è un mondo ricco di pericoli,
nascosto dietro la bandiera
verde della natura. Tra gli inquisiti
figurano persino salvia, tamarindo
e valeriana, che, se assunti
in dosaggi sbagliati assieme ad
alcuni farmaci, possono annullare
l’effetto del farmaco o causare
danni collaterali.
sull’esistenza
di un pregiudizio legato
all’assunto che qualsiasi estratto
vegetale sia un toccasana o, al
massimo, si limiti ad essere innocuo.
Invece non è vero: esistono
sostanze di cui ignoriamo la
struttura e gli effetti
sull’organismo.
Manca la base scientifica,
che non può essere sostituita
dalla tradizione. I preparati non
assicurano una composizione costante
ed è impossibile misurare
le sostanze chimiche in essi presenti».
«Consiglio ai medici di chiedere
ai pazienti, prima di prescrivere
un farmaco, se assumono
erbe.

24 gennaio 2006

Immagini

Nepal

Tra più di un mese....

New YorkPiù di un mese fa...

22 gennaio 2006

Curiosità...geografiche

Oggi, non ho proprio studiato. Anzi, è da ieri che non prendo in mano un libro. Sono andata a vedere lo spettacolo del Veliero e mi è piaciuto un sacco, mi sono divertita tantissimo e soprattutto ho trovato davvero sorprendente e profondo, in modo molto sottile, l'accostamento tra Robin Hoo e Alì Babà per portare in primo piano la multietnicità e l'uguagliaza.
E a proposito di incontro tra culture, ecco un paio di informazioni curioste...
Due Paesi sono divisi in due pezzi, separati dal territorio di un altro Stato. Si tratta del Brunei, nella parte settentrionale dell'enorme isola di Borneo, separati da un lembo della Malaysia; e dell'Oman (sarebbe più esatto scrivere 'Oman, ma due apostrofi di seguito manderebbero in tilt più di un lettore...) diviso in due parti, estremamente diseguali, dal territorio degli Emirati Arabi Uniti.
Uno Stato asiatico ha un pezzo del suo territorio in Africa (lo Yemen, cui appartiene l'isola di Socotra, non lontana dalle coste della Somalia), mentre una Nazione africana ha una notevole parte del suo territorio in Asia (l'Egitto, sotto la cui sovranità risulta anche la penisola del Sinai, territorio facente parte geograficamente dell'Asia, in quanto al di là del canale di Suez). Già che si parla del Sinai, nella parte più settentrionale del golfo di Aqaba, all'estremità est della penisola a forma triangolare, c'è una confluenza, in pochi chilometri, delle coste di ben quattro Stati. Egitto, Israele, Giordania e Arabia Saudita; gli Stati di mezzo con pochi chilometri, e i due estremi con coste molto più estese.
Molti sanno che la bandiera nazionale più strana, di gran lunga differente da tutte le altre, è quella del Nepal, Paese di cui abbiamo parlato poco sopra. Due triangoli rettangoli, posti uno in alto e uno in basso, parzialmente sovrapposti, rossi e bordati in blu, con due simboli, quelli del sole e della luna. Tutte le altre bandiere nazionali nel mondo sono rettangolari, ad eccezione di due vessilli, appartenenti a due Stati che confinano con l'Italia, che risultano quadrati: si tratta delle bandiere della Svizzera e della Città del Vaticano. In qualunque buona enciclopedia si può controllare la forma di queste bandiere. Ci sono anche bandiere rettangolari con le due coppie di lati di lunghezza quasi uguale, tanto che, a prima vista, sembrano quadrate. E' il caso del vessillo del Belgio. Se quella del Nepal è la bandiera più complicata, più strana, qual'è, invece, la più semplice? Questo primato spetta alla Libia, Paese che da qualche anno, come vessillo nazionale, ha un drappo di colore verde, senza nessun altro segno! Mentre la bandiera più difficile da disegnare è senz'altro quella dell'Arabia Saudita: anch'essa è un drappo verde, ma su vi è scritta, in arabo, una frase del Corano (probabilmente "Allah è Allah, e Maometto è il suo profeta"). Conclude il disegno, a mo' di firma, la spada dell'Islam, proprio sotto la scritta.

Message in a bottle...!

Il titolo di questo articolo sembra interessante, ha un non so che di fantastico…lascia pensare a lidi lontani, a isole, a storie di speranza…in realtà, la storia di speranza che si cela dietro al titolo non ha niente a che fare con film e storie d’amore, bensì con la sindrome da alcool fetale. Che non è una bazzecola (nonostante stia preparando l’esame di Ecologia, rinviato a martedì, per cui il mio obiettivo è la muta stagionale della lepre artica e la catena alimentare di uno stagno…la patologia è sempre il mio primo punto di interesse e curiosità).
Il consumo di alcool è in continuo aumento. Tra i giovani. Ma soprattutto tra le giovani. Ma quali sono le conseguenze di tutto ciò, oltre ai tipici danni da abuso di alcolici, come cirrosi epatica,problemi alla vista, incapacità di condurre il proprio veicolo….? Anche questa brutta malattia (o meglio, desease, che in inglese rende più l’idea) che causa deficienza mentale e anormalità fisiche nel feto è una delle patologie più diffuse tra le giovani (anzi, tra le giovani madri) ma meno conosciuta. Questo tipo di problema è stato evidenziato per la prima volta nel 18° secolo, periodo in cui nei paesi anglosassoni si faceva largo uso di gin, per cui l’epilessia e i problemi congeniti sviluppatisi da madri accanite consumatrici della bevanda hanno preso il nome di “gin epidemic”. Da qui sono nati i vari temini di “alcholic babies”, “martinis and motherhood” e le varie campagne di prevenzione e recupero volte non solo ad intervenire sulle madri in gravidanza, ma anche a prevenire e mettere un freno ai continui aborti clandestini in seguito alla diagnosi o alla scoperta della malattia.Per cui, care le mie fanciulle (e anche fanciulli…) meglio evitare di alzare troppo il gomito, ed evitare di farlo con troppa frequenza, giusto per evitare che i pargoli nascano già brilli!

16 gennaio 2006

Che "magnifica" serata!

Questa sera dovevamo fare l'incontro in collegio di dibattito sull'Essere Chiesa, una tematica affrontata con Don Orazio il 13 dicembre e che ha raccolto molte partecipanti. L'incontro lo abbiamo fatto. Io, Suor Liliana, Lara, Franci, Rosita e Fiorella, Paola. 7 su 60. Risultato? Deciso di modificare questi incontri di dialogo in incontri di preghiera. Deludente la serata. Ottimi i propositi per i prossimi incontri. In più, amico Peter, sta cercando di spiegarmi un transistor con i numeri 0 e 1 e le scatole e il silicio e and o or....insomma, una scatola di Lego che fa cose strane....in Lego e non in silicio...una baggianata simile ad una cellula fatta con i lego con i tasportatori sodio potassio...ma non so bene.....forse non ho capito.

13 gennaio 2006

Nel nome del dialogo

Tratto da Le Scienze, gennaio 2006 (Enrico Bellone)

« Ci sono due vie per criticare una teoria. Si può dimostrare che alcune sue previsione non sono conformi a misure di laboratorio, o che in alcuni suoi punti si annidano errori di deduzione: in tal caso, la teoria deve essere corretta, o sostituita con un’altra. Si può, invece, sostenere che è falsa perché è contraria a idee politiche, filosofiche o religiose: in tal caso, va respinta in blocco perché è fastidiosa e pericolosa.
La seconda via è alquanto sbrigativa. Consente infatti, a che la percorre, di eliminare sia la teoria sia i suoi sostenitori. La fisica di Einstein fu respinta dai nazisti per “giudaica e bolscevica”, non perché sbagliata; la genetica fu rigettata dal regine di Stalin in quanto era “borghese”. […] Ci sono anche casi in cui i liquidatori non sono gruppi di fanatici, ma raffinati e influenti intellettuali. […] Benedetto Croce. Il quale non sapeva nulla di teorie sull’evoluzione delle specie: nessun rimprovero, nel ricordare questa sua carenza, poiché egli studiava altre cose, e le studiava molto bene. Pur essendo incompetente in biologia, però, nel 1939 Croce scrisse parole grevi sulle teorie nate con Darwin. […] La sfaccettature rilevante, in questa valutazione crociata, sta nel condannare una teoria non perché se ne dimostra l’erroneità scientifica, ma perché si giudica incompatibile con alcuni presupposti filosofici. […] Tenendo conto di ciò che è successo in Europa pochi decenni or sono, dovremmo essere tutti più saggi ed equilibrati, e cercare, attraverso discussioni anche animate, di risolvere con il dialogo i problemi che ancora permangono sul delicatissimo terreno dei rapporti tra scienza, filosofia e religione. Sottolineando che però il dialogo presuppone l’esistenza di dialoganti veri, e cioè di interlocutori che non si chiudano nei recinti di posizioni fondamentaliste.
[…]Antichi errori stanno dunque tornando in scena, fingendo di essere nuovi. Stiamo attenti se auspichiamo una libera scienza».

06 gennaio 2006

Morderous medicine

Ho recuperato una recensione di una rivista, (così viene definita in America, ma a me pare un vero e proprio libro), che riguarda l’epidemia di tifo volutamente non curata che sta alla base del genocidio nazista.
A essere sincera, ignoravo l’esistenza di questa malattia all’interno dei lager, o meglio, ho sempre pensato che in condizioni igienico – sanitarie simili si potessero sviluppare tali patologie, ma non sapevo che fosse stata usata come stratagemma per condurre gli ebrei alla camera a gas.
La recensione di questa rivista, nella sua essenzialità e crudezza per certi aspetti, mi ha davvero fatto molto riflettere non solo sulla lucidità e freddezza con cui queste persone hanno compiuto i loro esperimenti sull’uomo senza preoccuparsi di etica e morale (ma, d’altra parte, non ci si può certo aspettare una riflessione etico – morale da chi ha la pazza idea di commettere uno sterminio razziale!!!!) ma mi ha anche fatto notare un fatto che non ho mai considerato prima d’ora. Chi, come me, ha letto e commentato l’articolo, sottolinea, in riferimento anche alla rivista Docotors form hell, che il progresso scientifico e soprattutto in campo medico, dell’America, è dovuto anche a questi esperimenti fatti dal regime nazista, in quanto i filmati degli “esperimenti” girati dai tedeschi sono tutti stati sequestrati degli americani. Ora, non commentando i fatti storici e politici del tempo per non scadere nell’ipocrisia, c’è da asserire che, indipendentemente dal motivo e dal modo in cui venivano fatto gli esperimenti, una gran quantità di nozioni e scoperte scientifiche all’interno dei filmati doveva essere contenuta. E se l’America ora è in testa per la ricerca scientifica, e se l’America ha sottratto quei filmati per lo più rimasti inediti…
Comunque, dicevo di essere rimasta stupida dall’epidemia di tifo. Il testo a cui faccio riferimento è Murderous medicine: Nazi doctors, human experimentation, and Typhus la cui recensione è disponibile su
www.jci.org vol 115 num 12 dicembre 2005.
Vi riporto parti della recensione che ritengo interessanti.
“ In M.M Naomi Baumslag (autrice) documenta la complicità tra i dottori Nazisti e le compagnie farmaceutiche negli esperimenti omicidi legati all’epidemia di tifo nel periodo del genocidio ebreo…La prima proposta del libro è quella di spiegare come l’epidemia di tifo è servita nello sterminio ebreo. Il libro presenta, per esempio, come gli ufficiali Nazisti utilizzarono la prevenzione dal tifo come stratagemma per sterminare i “pazienti” ricoverati facendogli credere in una cura nel momento in cui venivano uccisi con il gas. E la creazione di ghetti ebraici venne giustificata con l’epidemia di tifo in espansione e da loro causata. L’epidemia di tifo portò alla creazione di bagni di “depurazione” o “disinfezione”, che in realtà erano camere a gas camuffate. Ma la ghettizzazione, se ora può essere considerata un fenomeno per arginare un problema sanitaria per evitarne l’espansione, nel periodo Nazista non era a scopo preventivo di disinfestazione dalla malattia. I dottori tedeschi e austriaci favorirono lo sovrappopolamento dei ghetti in modo da far proliferare la malattia in condizione sanitarie pessime ed uccidere il maggior numero di uomini possibili. Insomma, la malattia dilaniava e la prevenzione era sfruttata per un genocidio di massa. Contestualizzando, adesso si parlerebbe di uno stato di guerra biologico….Così i rituali di camera a gas e docce venivano, sotto l’idea della prevenzione, sfruttati non per la salute…Questo è utilizzare la medicina per uccidere…Insomma, dal punto di vista politico, non era il tifo la malattia, la malattia erano gli ebrei…Così la scienza venne usata per creare una razza pura…E questo ci interessa oggi più che mai quando si parla di eugenetica, bioterrorismo e biowarfare…Baumslag conclude che questa terrificante esperienza deve solo insegnare ai medici e a tutti quelli che lavorano per la salute pubblica ad avere coscienza del proprio lavoro e ad amare l’umanità. Alla fine, non c’è scienza medica se non ci sono basi morali.”E allora, la scienza americana, è scienza morale?

Doctors from hell

Doctors from hell.
Vivien Spitz
Sentient Publications, Boulder, Colorado, USA. 2005.

Recensito su: JCI, gennaio 2006, volume 116, n°1

Trascrivo qualche passaggio interessante…mi rendo conto che il tema trattato sia un po’ macabro ma fa parte della nostra storia europea…

“This shocking first-hand account of the
monstrous behaviors of Nazi physicians
by Vivien Spitz should be required reading
for all medical, dental, nursing, and public
health students and faculty. Time is better
spent reading this book than filling out
HIPAA forms and other well-intentioned
but even less effective tools designed to
protect patients’ interests.

Spitz was a 22-year-old court reporter
during the doctors’ trials at Nuremberg following
World War II. In Doctors from hell: the
horrific account of Nazi experiments on humans,
she recounts in vivid, objective detail the
horrific human experiments conducted
by 20 so-called physicians and medical
assistants in Germany under the direction
of the Nazis.

When you read this account, do not skip
past the critically important forward by
Fredrick R. Adams. It is Adams who helps
put this horror into a modern and deeply
disturbing context for us. Adams carefully
documents how Nazi doctors shaped
much of their human experimentation
program after similar studies conducted
earlier in the United States.

“Germans lagged behind their American
colleagues in implementing the eugenic
endorsements of doctors.” Adams writes
that as of 1995, Mississippi’s eugenic sterilization
law allowing for compulsory sterilization
of “the socially inadequate” was
still in force. Indeed, Germany’s sterilization
law, passed in 1933, came 26 years
after the state of Indiana’s.
What lessons have been learned from
the medical experimentation horrors of
the Nazis?

What chance do patients have, even
the most well informed, when an arrogant
and egotistically driven physician
tells them that they are going to die unless
they submit themselves to an unproven
treatment? Are the patients told the truth
— that we don’t have a lot of options, and
this is an unproven therapy that will likely
to do more harm than good, but we need to
experiment on you?

As the shocking tale concludes and
becomes numbing, the reader must ask
what lessons there are for us today.

Have we lost sight of the
moral and ethical compass that was also
absent among the German doctors during
World War II? I

Articoli

In questi giorni mi sono dedicata alla ricerca di articoli sul web interessanti per il mio ormai vicinisso esame di patologia. Riconfermo quanto ho già detto in un commento ad un post di Cristina sulla reperibilità degli articoli medico – scientifici: è inaudito dove pagare per avere a disposizione gli articoli più recenti, che nella comunità scientifica sono fondamentali. Vero, non dovrei lamentarmi, l’università ha una biblioteca fornitissima in testi cartacei e in articoli tratti da riviste americane online(dato che la maggior parte di questi è pubblicato su Science, Nature…) di cui ha l’abbonamento, ma per poter operare in questo modo, uno studente, perde la sua mattinata e più in coda in biblioteca. Magari per un solo articolo. E magari quell’articolo che cerca, segnalato dal professore (che possiede l’abbonamento ma è così caino che non ti dà una mano…), in università non c’è ancora, e per averlo in tempi celeri bisogna spendere 3 euro. Se invece la biblioteca di facoltà non ha quella rivista, per farselo mandare, oltre ad un mesetto di attesa, bisogna preventivare una spesa di 5 euro. Dite un po’ voi. Ma cosa costa pubblicare articoli full text free (e non solamene abstract) per gli studenti universitari? Mah. Quindi si deve bypassare il problema o rivolgendosi a chi possiede questo abbonamento e può avere l’articolo a disposizione in tempi celeri (vedi le colleghe del San Raffaele) oppure si cerca un articolo dalla tematica simile.
Tuttavia, ho scovato una rivista che per il mio esame è perfetta: Journal of Clinical Investigation (www.jci.org). La rivista esce online mensilmente ed è completamente gratuito il download di articoli in formato pdf. Inoltre è anche ben organizzata, con un’ampia sezione di testi/articoli/riviste segnalate per articoli correlati. Insomma, qualcosa di molto intrigante…
Da questa rivista ho scaricato tutto lo scaricabile, oltre che da PubMed, e ho trovato un paio (anzi, più che un paio) di recensioni interessantissime di riviste americane acquistabili su Amazon, che post per post vi trascriverò in original version dato che non sono capace di costruire quegli apprezzatissimi link all’interno dei post che voi utilizzate.

Auguri!


A tutte le fanciulle, i miei auguri più cari!

05 gennaio 2006

Grey's anatomy


Ieri sera è finita la prima serie di Grey’s anatomy. Devo ammettere che, nonostante il mio giudizio iniziale negativo, in cui la serie risentiva molto del confronto con Doctor House, ho trovato il telefilm piacevole e carino, forse di più sotto l’aspetto di intreccio stile soap opera che quello medico – clinico. Ovviamente, Dottor House ha tutt’altra professionalità e influenza, ma i personaggi di Grey’s anatomy mi hanno coinvolto maggiormente, forse perché specializzandi in una disciplina che mi è molto cara, o forse perché sono quasi coetanei, o forse perché sono romantica e mi piacciono le storie d’amore, anche un po’ complicate e difficoltose. E poi mi ha creato non poche difficoltà nella scelta del personaggio con cui identificarmi…non so se Meredith o Izzie…
Tuttavia, per chi si fosse perso questa serie, ecco un breve riassunto.
“Meredith Grey (Ellen Pompeo) è una ragazza dolce ma determinata a fare carriera, alla continua ricerca di una vita piena e gratificante, nonostante il suo lavoro di medico (al primo vero anno di esperienza) difficilmente glielo permetta. La accompagnano, nel suo percorso al Grace Hospital, tutti i suoi vecchi compagni di studio: Christina Yang, Izzie Stevens, George O'Malley e Alex Karev. Si ritrovano, tutti insieme,in una situazione emotivamente fortissima: ora, tutti i giorni, la vita dei pazienti è nelle loro mani. In una atmosfera stressante e di grande competizione i cinque medici alle prime armi lottano per mantenere saldi i loro rapporti di amicizia. Le ambizioni di Meredith vengono smorzate dal dolore per la grave malattia che ha colpito la madre, chirurgo di successo. Christina (Sandra Oh) ha una personalità ricca di contraddizioni: molto competitiva e misurata, spesso toglie i compagni di lavoro dai guai, ma solo per fare carriera. Isobel ‘Izzie’ Stevens (Katherine Heigl, già vista in Roswell) è la classica ragazza di provincia cresciuta in una famiglia modesta; a causa del suo secondo lavoro di modella di intimo–per pagarsi gli studi di medicina - combatte ogni giorno con la propria autostima. George O’Malley (T.R. Knight) è il tipico timido e affascinante ragazzo della porta accanto, sempre pronto a fare o a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. Notevolmente attratto dalle donne (come biasimarlo?), il giovane paga la sua debolezza venendo trattato dalle stesse come un pupazzo. Infine c’è Alex Karew (Justin Chambers), il medico che tutti gli altri medici adorano, abilissimo nel mascherare le sue radici della “classe operaia” con arroganza e ambizione.Tutti questi medici sono guidati da un pool di dottori senza scrupoli: se non diventeranno chirurghi di successo gli specializzandi potranno dire addio alla loro carriera. Miranda Bailey (Chandra Wilson), la responsabile del tirocinio dei medici, è così dolce nei modi da essersi guadagnato l’appellativo di “Nazista”. Derek Sheperd (Patrick Dempsey) è l’abilissimo dottore che nasconde una profonda attrazione per Meredith. L’arroganza di Preston Burke (Isaiah Washington) è seconda solo alla sua abilità con il bisturi. Responsabile di tutti è il Dott. Richard Webber, primario del Seattle Grace Hospital. Grey’s Anatomy vuole mostrare la realtà dei giovani che vogliono diventare dottori, ma in un atmosfera che più volte si avvicina a quella della soap opera. Come dire: il dramma e l’intensità dell’essere dottori ha un rovescio della medaglia divertente e “bollente”. I giovani medici scopriranno che le loro relazioni sociali non possono essere definite “bianche” o “nere”. La vita reale è fatta di sfumature di grigio, quel grigio (“grey”) che compone il titolo di questa nuova serie televisiva.

Vi metto anche un paio di fotografie dei protagonisti….non trovate che il dottor Sheperd sia carino…?


Meredith o Izzie?

04 gennaio 2006

Matematica e dintorni

Ieri, mentre facevo un'analisi del testo (perchè, dovete sapere, all'università si fanno ancora di queste cose....soprattutto a Biologia...ci mettiamo anima e corpo per analizzare "Deh, spiriti miei..." di Cavalcanti...! E non dico altro...e non chiedetevi come mi sono venute in mente queste parole parlando di Stilnovo...) mi è venuta in mente questa riflessione etimologica sulle "parole della matematica". Inoltre, pare che questa materia sia molto gettonata sui nostri blog ultimamente.
Rapporto - Nel linguaggio naturale questa parola implica una relazione, un legame, "Rapporto di lavoro", ecc. Mentre in Matematica, inteso come operazione, è sinonimo di divisione.
Frazione - Nell'uso comune, parte di unità. In religione, in alcune denominazioni cristiane, la frazione del pane è il momento in cui, durante l'eucarestia, l'ostia consacrata viene spezzata.
In musica, la frazione è l'indicazione del tempo o metro o la quantità di valori in cui è composta una misura. In toponomastica, la frazione è un agglomerato di case all'interno dei confini di un comune. In diritto amministrativo: in Italia la frazione è il livello amministrativo minimo attribuibile a un centro abitato. Nella Repubblica di San Marino la frazione indica un abitato sottoposto alla giurisdizione di un castello.
Moltiplicazione - Il termine moltiplicazione contiene in sé il concetto di aumento. In realtà moltiplicando un numero per un altro che sia inferiore all'unità si ottiene un valore inferiore. In musica, la moltiplicazione modulo 12 è un'operazione di base, che può essere effettuata su insiemi di note. Nel contesto della dodecafonia ci sono relativamente pochi valori rispetto ai quali si può moltiplicare una successione di dodici note distinte per ottenerne ancora dodici
.
Dato che ho fatto un collegamento tra matematica e musica, ora è necessario farlo anche tra matematica e biologia...
Può esserci un collegamento tra la pigmentazione del mantello dei leopardi ed alcune equazioni matematiche? Parrebbe una vera e propria assurdità. Non è dello stesso parere J. D. Murray, uno studioso particolarmente attento all’applicazione dei modelli matematici alla biologia, il quale ha spiegato che è possibile spiegare il meccanismo che determina la colorazione della pelle dei mammiferi tramite delle equazioni matematiche, dette "equazioni di reazione-diffusione".Ecco, in termini semplificati, qual è la spiegazione di Murray. La produzione di melanina, che determina il colore dei peli, dipende, in ultima analisi, dalla presenza o meno di elementi chimici, detti "attivatori" e "inibitori". E’ possibile spiegare la generazione della struttura definita dagli elementi chimici tramite due fenomeni: i componenti chimici interagiscono tra loro (effetto di reazione), i componenti chimici tendono ad invadere le regioni circostanti (effetto di diffusione).La semplice combinazione di questi due effetti permette di scrivere equazioni dalla struttura semplice.Al variare di certi parametri, che definiscono la rapidità con cui diffusione e reazione si manifestano, si ottengono strutture diverse la cui somiglianza con la colorazione di pelli di mammiferi è davvero notevole: si riconoscono alla perfezione le macchie dei leopardi e le strisce delle zebre!
In definitiva, sotto sotto, i leopardi un po’ di matematica la conoscono!

Quando si parla di sfortuna...

"U.S.A., la gaffe del figlio di una 007: mia madre un'agente del Ciagate".
La coppia Wilson-Plame era in partenza all'aeroportoquando è stata fermata per una rapida intervistaUsa, la gaffe del figlio di una 007"Mia madre un'agente del Ciagate"Il bambino di 5 anni ha fatto "saltare" la copertura della donnarilasciando una curiosa dichiarazione ai giornalisti.
HOUSTON - E' stata l'ingenuità di uno dei due gemelli di Joe Wilson e Valerie Plame, la coppia al centro dello scandalo sulla fuga di notizie della Cia, a far "saltare" la copertura dell'ex agente segreto Plame. La coppia di Washington si trovava all'aeroporto ed era stata fermata per un'intervista quando uno dei due gemelli di 5 anni ha annunciato ai giornalisti: "Il mio papà è famoso, la mia mamma è una spia segreta". L'ex ambasciatore Joe Wilson e sua moglie Valerie, ex agente segreto della Cia, erano in partenza per una breve vacanza con i figli in una località sconosciuta. Wilson stava rispondendo alle domande dei giornalisti mentre la moglie era rimasta poco distante assieme con uno dei due figli quando il piccolo che era con Wilson ha ritenuto opportuno di rilasciare la propria dichiarazione alla stampa. Valerie Plame, che da poco ha abbandonato l'agenzia di spionaggio statunitense, era stata assieme al marito al centro dello scandalo sulla fuga di notizie della Cia che aveva fatto tremare i vertici della Casa Bianca. La sua copertura alla Cia era stata rivelata dopo le dichiarazioni del marito, che aveva accusato l'amministrazione Bush di aver cambiato i risultati delle indagini segrete sull'Iraq per permettere un'azione militare diretta contro il paese. Wilson aveva affermato che le ritorsioni contro la moglie rappresentavano un atto "deliberatamente inteso a ridurre la sua credibilità". Wilson aveva anche dichiarato che il ritiro della moglie dai servizi segreti le avrebbe permesso di trascorrere più tempo con i figli, ormai di quasi sei anni. "Lei farà la sua carriera qui" aveva dichiarato l'ex ambasciatore statunitense.

03 gennaio 2006

Acquisti on line

Oggi ho comperato due libri su internet: Biochimica Clinica e Fisiologia. Non che io non avessi questi libri di testo, ma quelli che possedevo non mi bastavano. Sono due materi stupende...e quindi necessitavo di più. Non sono mai stata così eccitata...non vedo l'ora che arrivi il Signor SDA...

Londra, perchè tornarci?


Perchè mi sono dimenticata la foto davanti alla cabina telefonica....

E perchè mi hanno impedito di mangiare Fish & Chips...

01 gennaio 2006

Buon Anno!