Duel Monster
Deve esserci qualcosa di strano in università, qualcosa che colpisce quasi prevalentemente i ragazzi, qualsiasi tipo di ragazzo, dal secchione antipatico al trasandato simpaticissimo: questa dilagante passione per i giochi di ruolo.
Due ragazzi su due, con cui ho un rapporto più o meno d'amicizia, vanno matti per questi giochi, ma non solo trascorrono le serate a giocare con gli amici, e quindi si relazionano con altri (come chi si incontra per una partita a carte...), ma anche si rifanno ai personaggi di questo gioco (spesso tratti da cartoni animati giapponesi) e ne traggono uno stile di vita. Niente di male, certo, ognuno ha i suoi miti a cui rifarsi, da cui prendere esempio. Miti più o meno attendibili, ma questa è una questione soggettiva. Il fatto è che entrambi pensano di cambiare chi incontrano e non sono trasmettergli questa passione per il gioco, ma pensano di uniformare il malcapitato al loro pensiero, al loro modo di fare. Nel mio caso ottenendo il rifiuto più totale a questo tipo di rapporto interpersonale.
Due ragazzi su due, con cui ho un rapporto più o meno d'amicizia, vanno matti per questi giochi, ma non solo trascorrono le serate a giocare con gli amici, e quindi si relazionano con altri (come chi si incontra per una partita a carte...), ma anche si rifanno ai personaggi di questo gioco (spesso tratti da cartoni animati giapponesi) e ne traggono uno stile di vita. Niente di male, certo, ognuno ha i suoi miti a cui rifarsi, da cui prendere esempio. Miti più o meno attendibili, ma questa è una questione soggettiva. Il fatto è che entrambi pensano di cambiare chi incontrano e non sono trasmettergli questa passione per il gioco, ma pensano di uniformare il malcapitato al loro pensiero, al loro modo di fare. Nel mio caso ottenendo il rifiuto più totale a questo tipo di rapporto interpersonale.