Morderous medicine
Ho recuperato una recensione di una rivista, (così viene definita in America, ma a me pare un vero e proprio libro), che riguarda l’epidemia di tifo volutamente non curata che sta alla base del genocidio nazista.
A essere sincera, ignoravo l’esistenza di questa malattia all’interno dei lager, o meglio, ho sempre pensato che in condizioni igienico – sanitarie simili si potessero sviluppare tali patologie, ma non sapevo che fosse stata usata come stratagemma per condurre gli ebrei alla camera a gas.
La recensione di questa rivista, nella sua essenzialità e crudezza per certi aspetti, mi ha davvero fatto molto riflettere non solo sulla lucidità e freddezza con cui queste persone hanno compiuto i loro esperimenti sull’uomo senza preoccuparsi di etica e morale (ma, d’altra parte, non ci si può certo aspettare una riflessione etico – morale da chi ha la pazza idea di commettere uno sterminio razziale!!!!) ma mi ha anche fatto notare un fatto che non ho mai considerato prima d’ora. Chi, come me, ha letto e commentato l’articolo, sottolinea, in riferimento anche alla rivista Docotors form hell, che il progresso scientifico e soprattutto in campo medico, dell’America, è dovuto anche a questi esperimenti fatti dal regime nazista, in quanto i filmati degli “esperimenti” girati dai tedeschi sono tutti stati sequestrati degli americani. Ora, non commentando i fatti storici e politici del tempo per non scadere nell’ipocrisia, c’è da asserire che, indipendentemente dal motivo e dal modo in cui venivano fatto gli esperimenti, una gran quantità di nozioni e scoperte scientifiche all’interno dei filmati doveva essere contenuta. E se l’America ora è in testa per la ricerca scientifica, e se l’America ha sottratto quei filmati per lo più rimasti inediti…
Comunque, dicevo di essere rimasta stupida dall’epidemia di tifo. Il testo a cui faccio riferimento è Murderous medicine: Nazi doctors, human experimentation, and Typhus la cui recensione è disponibile su www.jci.org vol 115 num 12 dicembre 2005.
Vi riporto parti della recensione che ritengo interessanti.
“ In M.M Naomi Baumslag (autrice) documenta la complicità tra i dottori Nazisti e le compagnie farmaceutiche negli esperimenti omicidi legati all’epidemia di tifo nel periodo del genocidio ebreo…La prima proposta del libro è quella di spiegare come l’epidemia di tifo è servita nello sterminio ebreo. Il libro presenta, per esempio, come gli ufficiali Nazisti utilizzarono la prevenzione dal tifo come stratagemma per sterminare i “pazienti” ricoverati facendogli credere in una cura nel momento in cui venivano uccisi con il gas. E la creazione di ghetti ebraici venne giustificata con l’epidemia di tifo in espansione e da loro causata. L’epidemia di tifo portò alla creazione di bagni di “depurazione” o “disinfezione”, che in realtà erano camere a gas camuffate. Ma la ghettizzazione, se ora può essere considerata un fenomeno per arginare un problema sanitaria per evitarne l’espansione, nel periodo Nazista non era a scopo preventivo di disinfestazione dalla malattia. I dottori tedeschi e austriaci favorirono lo sovrappopolamento dei ghetti in modo da far proliferare la malattia in condizione sanitarie pessime ed uccidere il maggior numero di uomini possibili. Insomma, la malattia dilaniava e la prevenzione era sfruttata per un genocidio di massa. Contestualizzando, adesso si parlerebbe di uno stato di guerra biologico….Così i rituali di camera a gas e docce venivano, sotto l’idea della prevenzione, sfruttati non per la salute…Questo è utilizzare la medicina per uccidere…Insomma, dal punto di vista politico, non era il tifo la malattia, la malattia erano gli ebrei…Così la scienza venne usata per creare una razza pura…E questo ci interessa oggi più che mai quando si parla di eugenetica, bioterrorismo e biowarfare…Baumslag conclude che questa terrificante esperienza deve solo insegnare ai medici e a tutti quelli che lavorano per la salute pubblica ad avere coscienza del proprio lavoro e ad amare l’umanità. Alla fine, non c’è scienza medica se non ci sono basi morali.”E allora, la scienza americana, è scienza morale?
A essere sincera, ignoravo l’esistenza di questa malattia all’interno dei lager, o meglio, ho sempre pensato che in condizioni igienico – sanitarie simili si potessero sviluppare tali patologie, ma non sapevo che fosse stata usata come stratagemma per condurre gli ebrei alla camera a gas.
La recensione di questa rivista, nella sua essenzialità e crudezza per certi aspetti, mi ha davvero fatto molto riflettere non solo sulla lucidità e freddezza con cui queste persone hanno compiuto i loro esperimenti sull’uomo senza preoccuparsi di etica e morale (ma, d’altra parte, non ci si può certo aspettare una riflessione etico – morale da chi ha la pazza idea di commettere uno sterminio razziale!!!!) ma mi ha anche fatto notare un fatto che non ho mai considerato prima d’ora. Chi, come me, ha letto e commentato l’articolo, sottolinea, in riferimento anche alla rivista Docotors form hell, che il progresso scientifico e soprattutto in campo medico, dell’America, è dovuto anche a questi esperimenti fatti dal regime nazista, in quanto i filmati degli “esperimenti” girati dai tedeschi sono tutti stati sequestrati degli americani. Ora, non commentando i fatti storici e politici del tempo per non scadere nell’ipocrisia, c’è da asserire che, indipendentemente dal motivo e dal modo in cui venivano fatto gli esperimenti, una gran quantità di nozioni e scoperte scientifiche all’interno dei filmati doveva essere contenuta. E se l’America ora è in testa per la ricerca scientifica, e se l’America ha sottratto quei filmati per lo più rimasti inediti…
Comunque, dicevo di essere rimasta stupida dall’epidemia di tifo. Il testo a cui faccio riferimento è Murderous medicine: Nazi doctors, human experimentation, and Typhus la cui recensione è disponibile su www.jci.org vol 115 num 12 dicembre 2005.
Vi riporto parti della recensione che ritengo interessanti.
“ In M.M Naomi Baumslag (autrice) documenta la complicità tra i dottori Nazisti e le compagnie farmaceutiche negli esperimenti omicidi legati all’epidemia di tifo nel periodo del genocidio ebreo…La prima proposta del libro è quella di spiegare come l’epidemia di tifo è servita nello sterminio ebreo. Il libro presenta, per esempio, come gli ufficiali Nazisti utilizzarono la prevenzione dal tifo come stratagemma per sterminare i “pazienti” ricoverati facendogli credere in una cura nel momento in cui venivano uccisi con il gas. E la creazione di ghetti ebraici venne giustificata con l’epidemia di tifo in espansione e da loro causata. L’epidemia di tifo portò alla creazione di bagni di “depurazione” o “disinfezione”, che in realtà erano camere a gas camuffate. Ma la ghettizzazione, se ora può essere considerata un fenomeno per arginare un problema sanitaria per evitarne l’espansione, nel periodo Nazista non era a scopo preventivo di disinfestazione dalla malattia. I dottori tedeschi e austriaci favorirono lo sovrappopolamento dei ghetti in modo da far proliferare la malattia in condizione sanitarie pessime ed uccidere il maggior numero di uomini possibili. Insomma, la malattia dilaniava e la prevenzione era sfruttata per un genocidio di massa. Contestualizzando, adesso si parlerebbe di uno stato di guerra biologico….Così i rituali di camera a gas e docce venivano, sotto l’idea della prevenzione, sfruttati non per la salute…Questo è utilizzare la medicina per uccidere…Insomma, dal punto di vista politico, non era il tifo la malattia, la malattia erano gli ebrei…Così la scienza venne usata per creare una razza pura…E questo ci interessa oggi più che mai quando si parla di eugenetica, bioterrorismo e biowarfare…Baumslag conclude che questa terrificante esperienza deve solo insegnare ai medici e a tutti quelli che lavorano per la salute pubblica ad avere coscienza del proprio lavoro e ad amare l’umanità. Alla fine, non c’è scienza medica se non ci sono basi morali.”E allora, la scienza americana, è scienza morale?
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