17 marzo 2006

Un ballo lungo 7711 chilometri!

Nepal. Piccolo stato di montagna schiacciato tra India e Cina, suoni e colori della musica orientale, templi della dottrina induista e buddista, leggende su orme di misteriosi yeti, sherpa infaticabili ed esperti, animali da alte altitudini come lo yak, i famosi “Ottomila” degli “Amici del Monte Rosa”, Himalaya, Annapurna, Everest…
Italia. Anzi, Valsesia, o meglio ancora, Borgosesia. Capitale della Valsesia all’imbocco dell’Alta Valle, città alla convergenza di valli, centro del triangolo economico nazionale, sede della Manifattura Lane, pezzo di archeologia industriale, paese ai piedi della montagna dei Walser, uno dei carnevali più importanti d’Italia, Monte Rosa…
Cosa hanno in comune due realtà così distanti e diverse? Innanzitutto la montagna, ma soprattutto la voglia di preservare antiche tradizioni e la gioia di condividere il proprio patrimonio e la propria eredità culturale con il resto del mondo.
Il tramite per questo importante obiettivo di cooperazione, quest’anno, è il “Gruppo Folkloristico Città di Borgosesia”, impegnato dal 17 al 26 marzo a Kathmandu nel contesto dell’ “International Folk Festival”, ora alla terza edizione.
Lo scopo di questo festival, come sottolineato dagli organizzatori, l’”Everest Nepal Cultural Group”, è quello di trasmettere un messaggio di pace e di condivisione e di far conoscere le numerose bellezze del proprio territorio. Infatti, un altro importante risvolto di questa manifestazione, è l’attività promozionale finalizzata a mettere in mostra le risorse della cultura Newari, in modo da dare una spinta positiva all’economia e al turismo verso il Nepal, che, anche a causa dei recenti conflitti, non sono particolarmente floridi.
L’Everest Nepal Cultural Group è stato fondato nel 1998, ma nonostante sia un gruppo “giovane”, che può vantare numerosi scambi con altre comunità internazionali, le sue tradizioni affondano le radici in un contesto storico molto lontano, diverso e soprattutto magico. Infatti, in cambio dei nostri balli ottocenteschi delle case nobili di Borgosesia, riceveremo movimentate danze di ringraziamento alle divinità buddiste e induiste, leggende narrate in musica, suoni e colori delle numerose danze per far festa al raccolto o ad eventi di vita quotidiana. Ecco, proprio qui si trovano le differenze più evidenti tra la tradizione europea occidentale e quella asiatica orientale: il modo di esprimersi. Noi ci rappresentiamo con balli signorili, figure di danza composte, loro con ritmi movimentati, colorati e coinvolgenti. Noi raccontiamo di proposte di matrimonio, di feste paesane, loro descrivono leggende di montagna, la saggezza e la profondità della loro religione, i profumi della loro terra. Ma in tutto questo, c’è una cosa che ci accomuna: l’essere gente di montagna, e perciò avere dalla montagna le stesse aspettative, gli stessi riscontri e certezze, le stesse difficoltà. Come per la gente nepalese la necessità di emigrare dalla valle di Kathmandu è fondamentale per trovare lavoro, così è per la gente delle nostre montagne, per gli abitanti di Rimella e dell’Alta Valle. Ma tutta questa fatica porta all’incontro con nuove persone e con nuove tradizioni, da cui nascono nuove danze e nuove musiche, che rafforzano la voglia di condividere, di raccontarsi, di stringere un’amicizia e di aiutarsi.
Il “Gruppo folkloristico Città di Borgosesia e l’”International Nepal Cultural Group” non hanno mai perso la capacità di superare quelle barriere, allora rappresentate dalla montagna e ora dall’indifferenza, e sono sempre stati capaci di fare delle loro differenze un vanto. Tutto questo ci insegna che, anche se il nostro modo di vivere è diverso, alla fine siamo tutti uguali, perché gli sherpa nepalesi sono le nostre esperte guide alpine, e il loro saluto di buon auspicio per la giornata, “Namastè”, è il nostro “Alegru”.

P.S. Questo è ciò che IO ho mandato al Corriere Valsesiano e di cui ne vado fiera, non ciò che LORO hanno pubblicato. Lo metto qui a vostra disposizione perchè sono molto orgogliosa del mio scritto!!!!!!Vi sconsiglio di andare a leggere il Corriere, se non per un confronto....l'articolo lì pubblicato è pietoso...e se lo legge la Piera piange per mesi e mesi....
P.P.S. In cambio di tre quarti d'articolo in meno, sul giornale hanno messo tre volte il mio nome e cognome....Capirai che gratifica...!!!!

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