(Bioetica 1) Bambini su misura:la nostra, da sempre
Un argomento che vorremmo anticipare per la sua importanza filosofica ed etica, sia per il modo superficiale col quale, a nostro avviso, è stato trattato, è il problema dei bambini su misura. Poniamo che esista la possibilità di controllare alcune caratteristiche fisiche o biologiche dei nostri figli futuri. Poniamo che la scienza abbia superato ogni difficoltà senza scontrarsi con i dilemmi etici, e abbia perfezionato così la tecnica della clonazione. Facciamo l’ipotesi che una coppia non possa avere figli a causa di un rischio congenito o a causa di una terapia anti – tumorale, o della sterilità del marito o della moglie: mettiamo il caso che si rivolgano al medico per utilizzare la clonazione come tecnica di riproduzione, l’unica in grado di dare un figlio alla coppia senza far uso di gameti eterologhi.
In breve, il medico sostituisce il nucleo dell’ovulo della donna con il nucleo di una cellula somatica di uno dei genitori, reinserendo successivamente la cellula, ora composta di un numero di cromosomi pari a quello di un ovulo fecondato, nel suo utero. Per rendere l’uomo partecipe, il medico prenderà da lui la cellula somatica da cui trarre il nucleo sostitutivo. Il maschio diviene il clonatore o, come viene detto erroneamente, diviene clonato. L’ovulo ricostituito si sviluppa in un embrione. Se proveniente da una coppia geneticamente a rischio, in cui sia padre che madre sono portatori sani di una grave malattia genetica, il bambino che nascerà, essendo la copia genetica del padre, sarà anch’egli portatore sano, esattamente come il padre.
Reputiamo moralmente problematica l’esistenza di persone più o meno identiche? Se si, dovremmo pensare ad una proposta di legge che imponga la soppressione di ogni gravidanza pluriembrionale proveniente dalla scissione dello zigote in due (e raramente in tre) zigoti perfettamente identici, e una taglia sui gemelli omozigoti latitanti? Che cosa intendiamo per persone identiche? E’ forse l’identità genetica da difendere tramite le leggi? E’ davvero un affronto ai diritti fondamentali della persona l’esistenza della propria copia genetica?
"E l'uomo creò il clone" di Aaron Fait et al.
In breve, il medico sostituisce il nucleo dell’ovulo della donna con il nucleo di una cellula somatica di uno dei genitori, reinserendo successivamente la cellula, ora composta di un numero di cromosomi pari a quello di un ovulo fecondato, nel suo utero. Per rendere l’uomo partecipe, il medico prenderà da lui la cellula somatica da cui trarre il nucleo sostitutivo. Il maschio diviene il clonatore o, come viene detto erroneamente, diviene clonato. L’ovulo ricostituito si sviluppa in un embrione. Se proveniente da una coppia geneticamente a rischio, in cui sia padre che madre sono portatori sani di una grave malattia genetica, il bambino che nascerà, essendo la copia genetica del padre, sarà anch’egli portatore sano, esattamente come il padre.
Reputiamo moralmente problematica l’esistenza di persone più o meno identiche? Se si, dovremmo pensare ad una proposta di legge che imponga la soppressione di ogni gravidanza pluriembrionale proveniente dalla scissione dello zigote in due (e raramente in tre) zigoti perfettamente identici, e una taglia sui gemelli omozigoti latitanti? Che cosa intendiamo per persone identiche? E’ forse l’identità genetica da difendere tramite le leggi? E’ davvero un affronto ai diritti fondamentali della persona l’esistenza della propria copia genetica?
"E l'uomo creò il clone" di Aaron Fait et al.
Nessun commento:
Posta un commento